Il futile blog del Prof.Magneto

"L'atteggiamento che ognuno ha verso la vita, determina l'atteggiamento che la vita avrà verso la calamita"

Ovvero: Le elucubrazioni, vicissitudini, avventure ed opinioni del Prof.Magneto!

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venerdì, 26 gennaio 2007

La pericolosità delle arti marziali Malesi

Questa volta vi presento una serie di tre video, vi avverto, per niente comici anzi gradualmente sempre più inquietanti.

ATTENZIONE: Se siete sensibili non visionateli che fate prima, soprattutto il terzo ha delle sequenze che possono lasciarvi un pò male.

Quindi: sappiate che l'ironia è solo nel commento che vi faccio e poi guardateli solo se avete voglia di sopportarne il carico emotivo.

Detto questo, eccovi il feroce mondo delle Arti Marziali così come solo un Malese può viverle: nel più masochista dei modi!

Dovete sapere che se le arti marziali in altre culture servono in generale per la disciplina interiore e per l'autodifesa dell'individuo, raramente vengono usate per l'offesa altrui, mentre in Malesia sono avanti anni luce e sono passati direttamente alla visione delle arti marziali come autolesione.

Ecco il primo video: Questo che vedrete è il grado di sopportazione che bisogna raggiungere per poter conseguire il Primo DAN.


Come vedete si tratta "solo" di prendere qualche bastonata ben assestata.

Ma questo è solo il primo livello (Dan significa proprio "grado" o "livello", e le arti marziali ne contemplano 10).

Per poter arrivare al Secondo DAN, bisogna essere capaci di sopportare attacchi ben più feroci, in questa scuola per fortuna hanno un medico con avanzatissimi sistemi di cura: ecco il video:


Bisogna riconoscere che il conforto finale di una tazzina di The è il tocco di classe che rende la disciplina Malese più avanzata di tutte le altre.

Da notare un'altra cosa interessante di questo secondo video: quando c'è da dare mazzate, la parità dei sessi è ampiamente riconosciuta!

Per raggiungere il temibile Terzo DAN bisogna superare delle prove ben più difficili delle precedenti, e stavolta senza l'aiuto di nessuno!

Questo video è quello peggiore, se proprio ve la sentite di farlo vi consiglio di prendere prima fiato e magari di guardarlo a digiuno.


Una sola cosa non ho capito bene.
Ma perché il maestro di Arti Marziali Malesi si reggeva con l'aiuto di un bastone?

Per adesso non si conosce nessuno che abbia avuto il coraggio di affrontare le prove per giungere al temibilissimo Quarto DAN.

Per i gradi sucessivi fino al Decimo, anziani saggi malesi stanno studiando per i nuovi temerari le prove più raffinate.
postato da: ProfMagneto alle ore 02:26 | link | commenti (7)
categorie: arte, medicina, marziale, pericoli
giovedì, 21 dicembre 2006

Predicare bene e razzolare male

Ci pensavo, l'altro giorno, mentre ero ricoverato.

Mentre io ero in Italia a farmi operare il menisco, vicino a casa mia, e comunque mettendomi nelle mani di un chirurgo normalissimo (a mio giudizo competente), un italiano molto famoso si stava operando a Cleveland, negli stati uniti, mettendosi tra le mani di un luminare, peraltro esempio di cervello Italiano fuggito all'estero.

Certo, l'installazione di un pacemaker non è uno scherzetto ma nemmeno un'intervento così complicato.

Ma quel che mi dava da pensare è l'identità della persona che si stava operando a Cleveland: si tratta dell'ex Ministro della Sanità (ad interim) della Repubblica Italiana, in carica dal 10 marzo 2006 al 17 maggio 2006.

Allora dobbiamo crederci, la Sanità Italiana ha davvero qualcosa che non va.

Tra l'altro, non era la prima volta, recentemente, che ricorreva ai bisturi di un chirurgo estero: proprio il mese scorso si era sottoposto allo stesso intervento che ho fatto io, stavolta in Belgio.

Se proprio lui, che ha potuto gestirla e migliorarla in questi 5 anni che ha governato (diceva che la Sanità Lombarda era la migliore al mondo, fiore all'occhiello di quella Italiana, tra l'altro) prima indirettamente attraverso il suo governo, con Sirchia e Storace, e poi di persona, ha deciso di farsi questi interventi fuori dalle patrie mura, ovvero di non ricorrere alla Sanità Italiana, allora deve sapere qualcosa.

Quando diceva che tutto andava bene, anche nella sanità, anzi migliorava costantemente sotto la guida del suo governo, sapeva che prima o poi gli sarebbe cresciuto il naso o gli si sarebbero accorciate le gambe...

Ora ne siamo ancora più certi, il diritto di essere tutti curati al meglio non esiste, se non abbiamo risorse economiche adeguate, ed in caso di necessità ci toccherà, tapini e poveretti, di rinunciare al miglior luminare sulla piazza e pregare silenziosamente di essere fortunati.

É interessante fare una banale ricerca e vedere cosa si è detto a proposito nel web, in fondo non sono affatto pochi quelli che la pensano come me.
postato da: ProfMagneto alle ore 00:52 | link | commenti (6)
categorie: politica, medicina, società
mercoledì, 20 dicembre 2006

Ahi!

Dolorosa giornata, ieri.

Per chi  già sapeva cosa stavo per affrontare e vuol sapere com'è andata dirò: bene!

Per chi invece non sa niente oppure vuole qualche dettaglio in più ecco un breve racconto della giornata.


Prologo

Da parecchio tempo avevo un problema al ginocchio che si ripresentava in modo ricorrente ma che solo negli ultimi mesi si era acutizzato e quindi decisi che doveva essere risolto.

Dopo alcuni controlli, che ho fatto una manciata di settimane fa, mi fu diagnosticata (se ricordo bene il termine medico, scusatemi se sbaglio) la rottura del cono posteriore del menisco mediano.

Insomma un bel pasticcio, la sera spesso mi faceva male ma a tratti incominciavo anche a zoppicare un po' di giorno, in più mi stava causando sofferenze anche all'altro ginocchio, sul quale si spostava il carico.

E così ieri mi sono ricoverato in ospedale, dove un chirurgo ha fatto l'intervento in artroscopia.

La preparazione

La sera prima mi sono dovuto DEPILARE.

L'orrore di vedere la mia virile peluria andare via è stato superato solo dal dolore causato dall'epilazone autoinfertami con il rasoio, mentre ero in ammollo nella vasca da bagno.

Ebbene si, donne (almeno quelle che si depilano), ora so cosa significa per voi fare ciò.

Assomiglia solo da lontano all'atto di radersi la barba, ed il modo di radersi deve per forza essere DIFFERENTE pena un bel Gran Guignol fatto in casa con un solo spettatore.

A parte questo, avrei dovuto conservare questi peli, col senno di poi, considerandone la quantità, sarebbero stati ottimi per un tupè !

Pazienza.

Ho smesso anche di bere e mangiare, su consiglio dell'anestesista, in modo da affrontare l'intervento del giorno dopo al meglio, quindi un bicchiere di latte (avevo fame e me lo sono concesso) e poi a nanna.

Il giorno dopo, Glabro da una gamba, mi sono recato in Ospedale.

L'intervento

Mentre ero ricoverato in Day Hospital, vestito solamente con una tuta, dopo qualche ora di preparativi ed attesa, mentre l'appetito dovuto al digiuno montava, arriva l'infermiere che mi dice di CAMBIARMI.

Cambiarsi significa levarsi tutto (tranne le mutande) ed indossare un minicamicino con chiusura sul retro, che oltretutto a me va inesorabilmente corto, per fortuna sono andato dal letto alla barella, e poi, coperto per benino, il barelliere mi ha accompagnato nella camera preoperatoria.

Questa è la stanza dove viene preparato il paziente che "aspetta il turno", infatti il chirurgo in genere si presenta per effettuare una serie di interventi e mentre finisce di lavorare su di un paziente quello successivo viene preparato.

L'anestesia è stata lievemente dolorosa, anche perché mi hanno ficcato una siringa nell'inguine e mi hanno bloccato il nervo femorale.

Quando l'anestesia incominciava a fare effetto, ecco che si spalancavano le porte della sala chirurgica.

Un buon numero di aiutanti e tecnici attornia il chirurgo, nulla viene lasciato al caso e devo dire che la scrupolosa tecnica di preparazione dell'arto è lunghissima!

Ho visto quasi tutto, ma sul più bello hanno issato una apposita tendina che celava le "turpi" manovre effettuate sul mio arto (si intende, avrei guardato volentieri).

Beh, in effetti mi stavano praticando i fori della artroscopia, c'è chi non regge davanti a queste scene!

Dopo un po' vedo una immagine sul monitor alla mia sinistra, in alto: doveva essere l'interno del mio ginocchio.

"Ma siete già dentro?" non avevo sentito niente.

Affascinante vedere cosa si cela tra le nostre "giunture" e soprattutto vedere esattamente qual'è il problema che il chirurgo andava a risolvere e come lavora con questi microstrumenti.

Dopo una trentina di minuti, il chirurgo aveva finito il suo lavoro e gli aiutanti incominciavano a levare i vari blocchi ed a fasciarmi, mandandomi indietro in corsia.

Sono contento che il progresso in campo medico abbia permesso questo tipo di intervento: una volta per un problema simile la soluzione era l'asportazione del menisco intero, il tutto ovviamente aprendo il ginocchio, cosa che portava inevitabilmente tempi di recupero molto più lunghi e sovente problemi articolari successivi anche se dopo parecchi anni.

Il ritorno in corsia.

La prima cosa che avrei voluto fare una volta tornato in corsia, sarebbe stata uno spuntino molto robusto.

Naturale che è la prima cosa che ho chiesto non appena depositate nuovamente le mie terga nel letto, e sempre naturale che la cosa che mi sia stata TASSATIVAMENTE vietata a causa del tipo di anestesia che mi era stata fatta.

Mi sarei mangiato un tavolino, e dovevo ancora fare due flebo prima di poter finalmente ingollare quattro fette biscottate spalmate di marmellata. Pazienza.

Dopo la flebo l'agognato minipasto e l'attesa per il ritorno a casa.

Ma un nuovo ostacolo doveva essere superato: la prova della pipì!

In effetti, a causa del tipo di anestesia, bisogna fare la prima pipì in ospedale (ci potrebbe addirittura essere qualche problema di pressione) e naturalmente, non potendo scendere dal letto, si è costretti ad utilizzare il cosiddetto pappagallo.

Provateci voi a fare la pipì da seduti nel letto, con le infermiere che andavano e venivano (la stanza in cui ero era da tre letti) e l'infermiera che in particolare stava seguendo me che entrava ogni 2 minuti chiedendo "fatto?" praticamente nel preciso momento in cui si stava realizzando lo "sblocco".

Ma che pretendevano da me?

E poi avevo svuotato la vescica prima di andare in sala operatoria, e non bevevo niente dalla sera prima...

Comunque sono riuscito ad espletare anche questo arduo compito, ed ho atteso la visita del medico ortopedico responsabile di dimettere i pazienti.....

Questa visita, per fortuna, non si è fatta attendere molto, e constatato il buon esito dell'intervento sono stato autorizzato a sgattaiolare via.

La prova delle stampelle.

A questo punto era logico tentare di utilizzare le stampelle, che se ne erano state buone buone in un angolo aspettando di diventare protagoniste della vicenda.

Aiutato dalle infermiere, sono sceso dal letto, non senza difficoltà, inforcandole.

Una infermiera davanti a me con le mani tese mi incitava a mettere i primi passi con le stampelle, ordini che io diligentemente eseguivo.

Dopo aver effettuato con successo un piccolo tratto, fermatomi davanti a lei, le ho ricordato: "Questa scena l'ho vista già, in Frankenstein Junior quando il dottor Frankenstein fa fare i primi passi alla creatura".

Beh, non ci crederete ma l'infermiera è scoppiata a ridere!
Evidentemente conosceva quel capolavoro di Mel Brooks e Gene Wilder.

Dopo di quello, mi hanno fatto vestire e collaudare la carrozzella, che avrei usato fino all'uscita dall'ospedale.

Il ritorno a casa.

Difficile salire in macchina, specialmente se la gamba non riesci a piegarla più di tanto.
Devo ringraziare mio padre che è venuto a prelevarmi con la sua auto e mi ha fatto accomodare dietro, seduto di lato con la gamba bene allungata su tutta la larghezza dei sedili posteriori, in modo da potermi trasportare fino a casa.

Sotto casa mia il primo tratto a piedi e stampelle di una certa rilevanza, sempre aiutato dall'indispensabile genitore, ed il primo brivido, quasi stavo cadendo davanti all'ascensore ed ho dovuto poggiare l'arto perterra, che dolore!

Il più era fatto! Finalmente, nell'intimità di casa mia, avrei potuto consumare un bel piatto di lasagne!

Epilogo

Adesso mi tocca stare attento a non cadere, ma devo comunque deambulare (con le stampelle) ogni tanto; inoltre devo fare degli esercizi in modo da riottenere il recupero funzionale completo e devo anche riposarmi un pò.

Passerò un natale sereno, spero, contento di aver risolto questo problema che da anni mi dava qualche fastidio e da qualche mese era diventato preoccupante.
postato da: ProfMagneto alle ore 03:14 | link | commenti (5)
categorie: racconti, medicina, curiosità