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Ed invece, agli sgoccioli di questo anno 2006, l’uomo, (ed in questa società così globalizzata soprattutto dal punto di vista dell’informazione se parlo di uomo nel senso generale non è un caso), ha perso l’ennesima battaglia contro la civiltà eseguendo la condanna a morte dell’ex raìs Saddam Hussein.
Certo, la morte se la meritava, alla luce dei crimini di cui era responsabile, delle quali la strage di Dujail per la quale è stato condannato era anche uno dei più piccoli, ma questo non giustifica certo la sua esecuzione.
Non entriamo nei meriti dei processi e delle colpe, il punto è che anche il più efferato criminale non deve essere ucciso, altrimenti chi lo fa si macchia di omicidio diventando suo pari!
Ora che la frittata è fatta, vediamo un po’ quali sono i motivi per i quali non si doveva procedere con questa esecuzione di condanna a morte, che ricordiamo non è solo di Hussein ma anche del suo fratellastro e dell’ex capo del tribunale che a sua volta condannò a morte gli inquisiti di Dujail:
Primo fra tutti non si dovevano uccidere quelli che (seppur compiendo fatica a definirli così) erano esseri umani.
Poi il simbolo politico-religioso: per i Sunniti il Saddam assassinato dalla giustizia sciita ed americana è diventato un martire, questo lo si doveva evitare: in questo modo gli scontri tra loro e gli Sciiti non potranno che inasprirsi e causare nuovi morti: prima dimostrazione l’autobomba che è scoppiata stamane a Kufa, città appunto sciita.
Non ultimo motivo i processi ancora in corso: con la morte di Hussein questi di fatto si interrompono, e riguardavano crimini ancora più gravi: la conseguenza e che non sarà più possibile perseguire altri soggetti colpevoli degli stessi crimini. Non scordiamoci che in tempi non sospetti, l’amministrazione americana aveva addirittura appoggiato il governo iracheno in azioni tutt’altro che lodevoli, ed un bel colpo di spugna ora faceva molto comodo.
Ricordiamoci che, alla fine, una nutrita schiera di personaggi importanti del governo dell'ex-raìs, che non erano finiti sotto i riflettori, sono tuttora a piede libero.
Hanno ucciso un simbolo, rinforzandolo ancora di più.